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Trento, 27 dicembre 2010
INTERVENTO PER DICHIARAZIONE DI VOTO SULLA FINANZIARIA 2011
Intervento in aula del Consigliere Roberto Bombarda dei Verdi e democratici del Trentino
nella seduta del 27 dicembre 2010

PRESIDENTE: Grazie. La parola al consigliere Bombarda, prego. 

BOMBARDA (Verdi e Democratici del Trentino): Grazie signor Presidente. Io ho risparmiato all’Aula un intervento in discussione generale, che sarebbe stato probabilmente molto lungo, chiedo quindi la pazienza di alcuni minuti per queste conclusioni e anche per alcune riflessioni di carattere generale. Parto da una frase di Alessandro Manzoni che l’altro giorno recuperava il Corriere della Sera, in occasione del dibattito al Parlamento nazionale, dove nella “Storia della Colonna infame” così scrive Alessandro Manzoni: “è men male l’agitarsi nel dubbio che riposar nell’errore”. Spero che nel corso del mio intervento qualcuno capirà il senso di questa frase. 

Noi come forza politica approviamo quest’altro bilancio provinciale, io definisco i bilanci provinciali dei bilanci oroscopo, perché sono talmente vasti che tutti più o meno sanno trovare qualcosa di positivo. In ogni caso c’è molto di buono in questo bilancio provinciale, dalle politiche sociali agli interventi infrastrutturali; è sicuramente un bilancio in linea con il programma di legislatura, con quelli che sono gli impegni che questa maggioranza si è data. Ci sono anche investimenti importanti sui quali anche io sostengo la necessità di intervenire da anni, che sono quelli della mobilità ferroviaria, che sono quelli della banda larga estesa a tutto il territorio trentino, per rendere quest’ultimo più omogeneo e coeso, sul modello anche di altri Paesi che su questo tema sono molto, molto più avanti di noi. Penso al Giappone, il quale già entro il 2012 arriverà ad aver collegato con la fibra ottica ultraveloce tutte le utenze domestiche. Proprio citando il Giappone, ricordo che lì oltre all’investimento infrastrutturale della larga banda, necessario ed utilissimo, insieme si fanno anche investimenti sulla formazione e sullo sviluppo di servizi. Portare nelle valli, portare ai giovani, portare agli anziani, portare alle famiglie la larga banda, va bene; però queste persone poi non sanno nemmeno come accendere un computer o come utilizzare i servizi, ed è dunque un investimento a metà. Un investimento che costerà alla collettività trentina più di 100.000.000 di euro, ma dobbiamo fare anche uno sforzo per insegnare come si usano le nuove tecnologie, e questo necessita di tempi lunghi come quelli necessari per realizzare le opere.

In quello che ho definito il bilancio oroscopo, tra le tante cose positive che ci piacciono ce ne sono anche alcune che ci piacciono meno, non le elenco tutte, però ne cito una, quella di Folgaria, perché qui è stato un esempio di come nonostante ci fossimo espressi all’unanimità, perché io continuo a ripeterla questa situazione, all’unanimità ci siamo espressi su un argomento, e la Giunta si è mossa nella direzione diametralmente opposta. Questo è fonte di insoddisfazione e porta quell’agitazione nel dubbio che ho citato in apertura. Io credo che questo dibattito sia stato il migliore, almeno a memoria mia, di sette anni di esperienza consiliare, perché è stato un dibattito molto costruttivo, che ha tenuto conto in molti casi sia delle proposte della maggioranza, ma anche delle proposte della minoranza. A me sembra che con gli ordini del giorno, gli emendamenti etc. si sia elaborata una finanziaria sicuramente migliore di quella che era stata presentata in partenza, sicuramente non soddisfa tutti, però è stato un lavoro molto intenso e molto proficuo che ha migliorato la proposta iniziale.

Io cito alcuni temi sui quali credo siano state date delle risposte costruttive. Abbiamo affrontato positivamente il problema delle aziende del gruppo, le molteplici aziende che fanno capo alla Provincia, quindi la necessità di un riordino; abbiamo affrontato il tema dell’acqua, sia sul tema dell’acqua come bene comune, e quindi acquedotti etc. ma anche dell’acqua come materia prima per la produzione idroelettrica. Abbiamo affrontato quindi il problema dell’energia, abbiamo affrontato – con un ordine del giorno – anche il tema che a me stava a cuore del settore zootecnico e lattiero - caseario, del caseificio di Fiavé. Abbiamo votato, quasi all’unanimità, un impegno della Giunta per cercare di evitare la chiusura di un caseificio, salvo che ieri il direttore di un’importante azienda, in un incontro pubblico presenti anche gli assessori provinciali ha citato: “è necessario, anche se a malincuore, chiudere lo stabilimento di Fiavè”. Mi viene voglia di chiedermi se in questa Provincia contano di più i consiglieri e gli assessori o qualche dirigente di qualche società. Questo mi porta ad introdurre due ragionamenti: il primo, che forse gli atti proposti dai singoli consiglieri, che qui vengono anche approvati, ordini del giorno, mozioni, articoli di legge etc. dovrebbero essere accompagnati da una formuletta con la scritta affianco: “affidato alla Provvidenza”. Vi ricordate la barca dei Malavoglia che si chiamava appunto “la Provvidenza”, perché prima di entrare in mare si affidava a qualcuno molto in alto. Ci sono tutta una serie di atti che vengono approvati in questa sede, e poi fuori le cose vanno in maniera diametralmente opposta. 

L’altro ragionamento che ci accompagna è quello che mi faceva sospettare, ma adesso mi rende quasi certo della situazione, che noi siamo i consiglieri provinciali, ma in quanto consiglieri provinciali non siamo automaticamente consiglieri della Giunta o del Presidente, perché evidentemente la Giunta e il Presidente hanno anche altri consiglieri, e questo è giusto e legittimo, ci mancherebbe altro, ma che molto spesso i consiglieri del presidente, non i consiglieri provinciali, sono più ascoltati dei consiglieri provinciali. Anche questo è legittimo, non c’è nessuna legge che debba imporre al Presidente o alla Giunta di ascoltare i consiglieri provinciali, è che i consiglieri provinciali spesso non vengono proprio ascoltati per nulla. Bisognerebbe però tenere conto di una cosa: che tutti noi, maggioranza e minoranza, siamo persone elette dal popolo, che viviamo nelle città, nelle valli, siamo a contatto con i nostri concittadini, sentiamo l’umore delle persone, viviamo sul nostro territorio, quindi qualche sensibilità siamo certamente in grado di trasmetterla al Presidente e alla Giunta, molto di più di qualche manager o qualche dirigente profumatamente pagato, che sta nei suoi uffici e non sa neanche cosa pensa e dica la gente che vive nelle nostre valli. Essere ascoltati un pochino di più, consiglieri di maggioranza e minoranza, potrebbe giovare alla nostra Provincia. Poi è il Presidente che decide, la Giunta che decide e possono decidere quello che vogliono, però chiedo un po’ di ascolto in più. 

Io ho riletto, avendo avuto un po’ di tempo a disposizione, tutti gli interventi del Presidente degli ultimi sette anni di presentazione del bilancio, e ho riletto anche i miei, per capire se io dicevo sempre le stesse cose e anche se il Presidente diceva le stesse cose. Effettivamente nelle relazioni del Presidente ci sono molte cose ripetute, ma è anche normale che sia così, così come molte cose le ho ripetute io. Ho notato però che alcune cose che noi continuavamo a chiedere negli anni precedenti in questa relazione c’erano, però io penso che lui non le abbia inserite perché gliele chiedevamo noi, ma perché ci è arrivato da solo. Mi fa comunque piacere che ci siano, l’importante è arrivare al risultato, parlo ad esempio di economia verde, parlo di certi investimenti infrastrutturali etc. etc., un maggiore impegno degli Enti pubblici per la riduzione dei consumi, il Piano dell’edilizia sostenibile. Ricordo che qualche anno fa sulla legge dell’Itea io feci un emendamento che avrebbe dovuto impegnare l’Itea a costruire solo case secondo i criteri di CasaClima, e mi venne bocciato, adesso invece si parla di un piano di edilizia sostenibile etc. quindi va bene, l’importante è che prima o poi ci si arrivi a questi risultati. Mi è piaciuto il richiamo ad una maggiore sobrietà per una società più attenta ai valori che ai consumi, mi è piaciuto anche il richiamo alla lotta alla burocrazia, anche se qui devo dire che negli ultimi venti anni tutti i Presidenti hanno detto la stessa cosa, e quindi se fosse stato un Presidente al primo anno di legislatura aveva un senso, al dodicesimo anno… Devo dire che mi piace la nomina del vicepresidente Pacher a delegato per i rapporti con l’Aula, però mi chiedo come la nomina sia potuta arrivare ben due anni dopo l’inizio della legislatura, quando c’era nella legislatura precedente. Forse ci si è accorti, ma ci si è accorti dopo due anni, che i rapporti non ci sono. Non vorrei peraltro che fosse l’ennesima tegola caricata sulle spalle del vicepresidente Pacher. 

In questo bilancio manca un bilancio ambientale, noi abbiamo richiamato tante volte l’importanza dell’ambiente etc. etc., nella scorsa legislatura si era iniziato un lavoro di corredo del bilancio provinciale con una sorta di bilancio ambientale, è scomparso anche questo. Incarico il vicepresidente che ha questo nuovo ingrato compito di mantenere i rapporti con la Giunta, di trasmettere questa cosa a chi di dovere. Il problema dei problemi di questa nostra terra io credo che sia – nel bene e nel male – che in questa provincia, intesa come territorio, c’è troppa Provincia, intesa come Istituzione, che poi determina tutta una serie di riflessi. Poi ci domandiamo: ma perché il Trentino, rispetto alle altre province del nordest è il fanalino di coda per l’export, per l’innovazione? Ad un certo punto è una questione di numeri, o i dipendenti sono pubblici e quando va bene è la massa di stipendi che sostiene la domanda locale etc. o sono nel privato, perché è il privato che investe, che esporta, non è la Provincia, non sono le aziende della Provincia che esportano. Se tu hai 40.000 dipendenti tra quelli che sono della Provincia e degli Enti pubblici, chi è che fa le esportazioni? Lo fa l’altra percentuale, e l’altra percentuale da noi è minore rispetto a quella delle altre province del nordest, è una questione matematica mi insegna il collega e amico Firmani. Io credo che sia veramente il vero obiettivo dei prossimi anni quello di creare valore, creare ricchezza, quindi alleggerire il pubblico per consentire al privato di creare valore, creare ricchezza, creare posti di lavoro per le giovani generazioni. Se noi non creiamo posti di lavoro per le giovani generazioni, tutte le altre politiche che facciamo servono a poco. Noi non saremo in grado, se non sapremo creare valore e posti di lavoro per i nostri giovani, di garantire quei livelli di welfare, quei livelli di qualità che rendono oggi la nostra provincia tra le migliori e le più vivibili d’Italia, ma per garantire il proseguimento di questi livelli noi dobbiamo saper creare valore qui, e valore qui lo possiamo creare solo se alleggeriamo la macchina pubblica e rinforziamo la macchina privata. 

Voglio dedicare due parole al tema del Parco dello Stelvio, perché credo che sia di grandissima rilevanza, e questo del Parco dello Stelvio è un motivo valido che giustifica la mia agitazione che citavo all’inizio. Se nel merito probabilmente il Parco dello Stelvio cade in piedi, cioè ha trovato una soluzione positiva rispetto ai suoi problemi manifestati negli ultimi anni, sul metodo devo dire, l’ho già detto ma lo ripeto anche in questa sede, è totalmente inaccettabile. Un minimo di informazione, di coinvolgimento in più nei confronti delle comunità locali, dei comuni, delle associazioni e per quello che è il nostro interesse dell’Aula, della Commissione consiliare che aveva chiesto espressamente di essere informata. Io credo di non andare oltre la mia funzione, nel richiedere il rispetto di alcuni criteri di metodo. Nonostante tutto però noi guardiamo avanti, guardiamo il bicchiere mezzo pieno, e vogliamo rilanciare il ruolo del Parco dello Stelvio come cuore pulsante di una grande area protetta nel centro delle Alpi. Il Parco dello Stelvio è il più importante Parco italiano ed uno dei più importanti Parchi d’Europa, allora può diventare – e questo lo proporremo nel Dreier-Landtag – il fulcro, la parte pulsante di una grande area protetta transalpina. Tra l’altro il Dreier-Landtag si era già espresso, non citando lo Stelvio, ma più o meno in questa direzione già nel 2007, anche qui una cosa approvata… non avevamo scritto “la Provvidenza” sull’atto e quindi si è fermato. Si diceva allora di promuovere la realizzazione di una rete delle aree protette del territorio delle province di Trento, Bolzano e del Tirol. Ovviamente se tu vuoi fare una cosa del genere lo Stelvio ci deve essere, come fai a farla senza lo Stelvio? E quindi lo Stelvio può rientrare in campo anche grazie a questa nuova iniziativa, tra l’altro parlo di Parco dello Stelvio e parlo di biodiversità. Questo che si va a chiudere è l’Anno internazionale della biodiversità, ma nella relazione del Presidente non c’era neanche una riga su questo argomento, sarebbe stato elegante almeno citarlo, perché è un argomento che ci lega tutti in tutti i posti del mondo, perché dalla biodiversità dipende la qualità della vita sulla terra di tutti.
Mi avvio a concludere, dicendo che oltre che aver apprezzato due parole sulla biodiversità, avrei anche apprezzato – nella parte finale – un ringraziamento oltre che agli assessori e i dirigenti della Provincia, citate come persone leali etc., anche del lavoro svolto dai consiglieri e dalle commissioni, maggioranza e minoranza. Come Presidente della Provincia è Presidente di tutta la macchina provinciale, non soltanto della Giunta, e se la Provincia funziona bene, è perché funziona bene anche il Consiglio con i suoi organi, con le sue commissioni. Noi abbiamo fatto un piccolo bilancio della III commissione l’altro giorno, ringrazio ancora i colleghi, abbiamo lavorato su 13 leggi quest’anno, più decine di pareri, infinite riunioni, la metà di queste leggi erano della Giunta con tempi di risposta quasi “da azienda” rispetto alle richieste della Giunta, quindi con un’efficienza gestionale notevole. Due parole di ringraziamento nei confronti anche dei consiglieri non sarebbero state di troppo. 

Visto che lei ha fatto una relazione parlando con il cuore, a chi parla con il cuore si risponde con il cuore. Lo scorso anno avevamo manifestato insoddisfazione, l’insoddisfazione è evidente e palpabile, però io non ripeto le stesse cose perché non sono uno che si lagna e non sono neanche pessimista. È chiaro però che la fiducia è come un elastico, tira oggi e tira domai prima o poi si rompe. Lei ha chiesto in questo passaggio storico della vita della Provincia un colpo d’ala – ha utilizzato queste parole – al Trentino, ed è una cosa che condivido totalmente. Io chiedo adesso alla maggioranza un colpo d’ala al passaggio di metà legislatura, perché noi non sappiamo se questa legislatura arriverà in fondo ai suoi cinque anni, perché ci sono talmente tante variabili, dinamiche, che potrebbero anche portare ad una conclusione prematura. È quello che io non mi auguro, perché penso che ci sia un programma da concludere. Io credo che se vogliamo arrivare alla fine della legislatura, e qui parlo come consigliere di maggioranza, un po’ meglio di come l’abbiamo iniziata e l’abbiamo affrontata finora, serviranno sicuramente dei segnali diversi rispetto al passato, una maggiore disponibilità, un maggiore riconoscimento dei ruoli, delle competenze, delle capacità, perché qui non siamo dei geni però un minimo di competenza e di capacità nella nostra vita ce le siamo fatte, ci sono state riconosciute altrimenti non saremmo stati votati, e quindi sono a disposizione della Provincia queste cose, perché tutti noi siamo a servizio dei nostri concittadini. 

Ho iniziato il mio intervento con Alessandro Manzoni, e allo stesso modo termino il mio intervento, dicendo che se nella vita come nella politica non è bene comportarsi da pecore come Don Abbondio, non è neanche bene comportarsi da falchi come Don Rodrigo. Io credo che la cosa fondamentale e importante è che ciascuno di noi svolga il proprio compito, lo compia con passione come sta facendo, ma soprattutto lo compia sempre e ovunque e comunque nel rispetto degli altri. 

Grazie. 

 

     

Roberto Bombarda

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